giovedì 12 gennaio 2012

È tutta colpa di Bologna

Post di prova, recupero del 2008 o giù di lì.

È tutta colpa di Bologna. Che è una grande città di provincia, dove le migliaia di facce di giovani sono sempre quelle. Ti ci imbatti, le immortali con una fotografia mentale nel tuo archivio, potresti intrattenerci delle relazioni, di qualsiasi natura, ma anche no, e poi continui comunque a ritrovarle nei luoghi e contesti più vari.

Oggi sobbalzavo in bicicletta sul pavè di Strada Maggiore, dopo essermi immesso da Piazza Aldrovandi, passando, come succede almeno una volta al giorno, a fianco al portico dei Servi (annesso cioè alla chiesa dei Servi di Maria) e all'altezza dell'ultima arcata, tra un'imprecazione e l'altra rivolta al fondo stradale, scorgo una ragazza seduta, appoggiata alla colonna, intenta a parlare al cellulare. Mi pare di riconoscerla. Mi concentro, non distolgo lo sguardo, continuo a fissarla mentre mi avvicino. Si accorge di me e ricambia lo sguardo (mi sono sempre chiesto quale strana forma di telepatia spinga le persone a intuire di essere osservati e a cercare chi gli occhi da cui il contatto è partito, fino a inchiodarli alle loro responsabilità).

Mi ricorda un po' la Giulietta Masina de "La strada", sarà il look, una maglietta a righe orizzontali bianche e rosse e un jeans a zampa di elefante un po' vintage, o forse è solo il capello corto e gli occhi grandi e sgranati, o forse non è niente di tutto questo e in realtà nulla aveva a che fare con la Masina se non nel regno delle mie associazioni mentali.

A questo punto delle mie elucubrazioni in realtà l'avevo già riconosciuta. Pescata la cartella giusta dall'archivio. Si chiama Sara, non mi ricordo quanti anni abbia, a suo tempo frequentava il Dams indirizzo Teatro, è di Casale Monferrato, abitava ai tempi in via Capo di Lucca (bellissima via tra l'altro, ci sono passato anche stasera, mi piacerebbe davvero avere casa lì), mi aveva regalato una scatola di ottimi krumiri Rossi (conservo ancora la confezione di latta, ci tengo la mia minima scorta di medicine). Perchè so tutte queste cose? Beh, perchè ci ho intrattenuto una breve relazione circa 4 anni fa, terminata a causa di un altro uomo. Anzi, forse in realtà ero io l'altro uomo. Quando avvenne il più classico degli incontri chiarificatori al bar, davanti a un caffè, mi disse che nel momento in cui ci eravamo conosciuti lei in realtà stava già iniziando a vedere un altro ragazzo su cui voleva investire (termine mio, questo). O almeno questo è quello che ricordo di quanto dedussi dal suo discorso in realtà un po' farraginoso. Insomma se già era presente questa figura non mi spiegavo perchè avessimo iniziato a vederci, come mai fosse proseguito il rituale del corteggiamento, culminato in una cena a casa sua (mi ricordo di aver speso quasi 20 euro per una bottiglia da litro di un'ottima birra belga), in immediatamente successive conversazioni sul divano (sciorinamento dei principali aneddoti ad effetto della propria vita) seguite da progressivo assottigliarsi delle reciproche distanze e barriere e infine naturale conclusione... Insomma l'altro c'era già, giusto? O mi sfuggiva qualcosa sulla tempistica? Fatto sta che non ebbi la forza di oppormi razionalmente alle sue spiegazioni. Non ce l'ho mai la forza in questi casi.

E la incrocio dopo tutto questo tempo sotto il portico dei Servi. Si sarà laureata? Starà ancora con il ragazzo di allora? Ammesso che esistesse e che non fosse semplicemente una scusa? Abiterà ancora in via Capo di Lucca? Mi avrà riconosciuto (lo scambio di sguardi si è protratto finchè non sono passato oltre)? Avrà pensato anche solo a una minima parte delle cose a cui ho pensato io?

È tutta colpa di Bologna.

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