martedì 7 febbraio 2012

L'ultima sigaretta è del maresciallo - Parte tre

QUI e QUI le altre due parti.

La ragazza, stupita da quel calore che le brucia le dita, lascia cadere a terra il mozzicone.
Si guarda la mano. È bianca, screpolata. Fa freddo. Dovrebbe mettersi della crema idratante. Soprattutto dovrebbe smettere di mangiarsi le unghie.
Il carabiniere giovane la sta ancora guardando. Chissà se a lui lei piace. Deve smetterla di pensare queste cose. Certo, se si fossero conosciuti in un qualche bar, magari... Invece di questa situazione del cazzo.
Il maresciallo termina i suoi colloqui via radio. La ragazza darebbe quasi qualsiasi cosa per sapere cosa gi hanno raccontato di lei. Richiama il collega in macchina. I due scambiano un paio di rapide battute. Poi escono. Il maresciallo torna ad avvicinarsi alla ragazza, ma non ha il documento con sé, lei se ne accorge subito.

Signorina, come mai è qui in stazione? Sta aspettando qualcuno?

Eccoci. Bene. Benissimo. E adesso? Vaglia tutte le risposte a propria disposizione. Non ce n'è una che possa metterla al riparo da tutti i sospetti. Perchè il maresciallo di sicuro ha dei sospetti, glielo legge in faccia. Però una volta ha letto su un libro che le bugie troppo elaborate si sgamano subito.

Sto aspettando un amico.

Che poi è pure vero, in un certo senso.

Potrei riavere il mio documento?

Forse non doveva chiederlo. Ma cazzo perchè la sta tenendo lì senza dire nulla? Potrebbe almeno insinuare qualcosa. Di sicuro vuole insinuare qualcosa. Ma cosa aspetta?

Deve attendere un attimo, alla centrale stanno ultimando le verifiche. Le teniamo compagnia mentre aspetta. Così eventuali malintenzionati evitano di avvicinarsi, non è contenta?

La ragazza non sembra aver colto l'ironia del maresciallo. La sua attenzione si è spostata su una figura che si sta avvicinando, camminando nel cono d'ombra lasciato dalle luci che illuminano la stazione.
La figura non si è ancora accorta né di lei, né dei carabinieri, tiene la testa bassa, il cappuccio di una felpa protegge il volto a eventuali viste sgradite.
È lui. Riconoscerebbe il modo in cui strascica i piedi ovunque.
Il lui si ferma. Ha alzato la testa. Ora l'ha vista. Ora LI ha visti. Immobile, sembra indeciso sul da farsi. Poi si gira. Riprende a camminare in direzione opposta, prima piano, poi sempre più veloce. Si mette a correre.

La ragazza ha seguito tutta la scena. È allibita. Maledetto bastardo. La scena l'ha seguita anche il maresciallo. Sembra sia sul punto di scoppiare a ridere. Ma non lo fa. Corre verso la macchina.

Tu resta qui con lei.

Dice al giovane collega. Accende la macchina, fa una rapida inversione, e parte all'inseguimento del bastardo. Vedrai che lo prende. Lo deve prendere, maledetto. Lui, il bastardo. Che stronzo. Cazzo se lo è meritato. Se esiste un karma, la legge di compensazione, la divina provvidenza o checcazzonesalei, lo deve prendere. Sì però intanto lei è ancora lì. Senza documento. Il carabiniere giovane si avvicina. E adesso questo cosa vuole? La ammanetterà a un palo della luce?

Tieni. E sparisci. Ma sparisci proprio. Prendi il primo treno. Non importa in quale direzione.

Le porge il suo documento sgualcito.

Ma... Ma tu... Ma cosa dirai a...?

Non ci si crede. Forse il karma esiste sul serio.

Non preoccuparti per me. E ora va. Veloce.

La ragazza afferra il documento, guarda il carabiniere un'ultima volta e lui guarda lei, ma cosa pensa proprio non si capisce. Il tempo di un baleno, almeno lui il nome della ragazza lo sa.
E poi è solo un tuffo veloce dentro le porte della stazione, battuta dalle fotocellule per un soffio.

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