venerdì 27 aprile 2012

Podcast

QUA potete scaricare la puntata di "Questa è l'acqua" andata in onda il 24 aprile sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana.

Si è parlato di croste e molliche di pane, di mode e cicli nel business dei bar, di mail madre e figlio, di cosa significa alle volte essere anziani, di relazioni sentimentali che nascono nella vita e su internet, e se questa distinzione abbia ancora senso, di preti col colletto slacciato, di ragazzine liceali che riflettono sul proprio passato, di belle mamme che allattano mentre sono in fila, di conversazioni che nascono in treno. In più si è parlato di Gennarino e si è letto il racconto a lui dedicato.

Si è ascoltato:

"Crave you" - Flight Facilities feat. Giselle
"Hurricane season" - Trombone Shorty
"Il tema" - Francesco Guccini
"Nothing in this world can stop me from worryin' 'bout that girl" - The Kinks
"La bottega di filosofia" - Ivano Fossati
"The golden age" - The Asteroids Galaxy Tour

Il 1° maggio mi prendo una pausa, quindi torniamo in onda martedì 8!

Enjoy!

martedì 24 aprile 2012

La storia di Gennarino

Questa è una storia vera. Ma anche non lo fosse, è comunque vero che è una storia.
Per essere poi una bella storia, ha bisogno di un protagonista che spicchi e che conquisti il lettore grazie alle sue qualità.
È necessario stabilire pure il punto di vista, decidere chi debba assumersi la grande responsabilità di narrare gli eventi per come si sono svolti, o per come avrebbero potuto svolgersi.
A questo punto mancano solo ambientazione geografica e temporale, e un tocco di contesto sociale, per mettersi a scrivere.

Panoramica a stringere, partendo da una selva di tetti fino a planare a volo d'uccello su una via della città. La città in questione è Bologna, la via Via del Borgo di San Pietro. Per una volta non possiamo omettere dei riferimenti precisi, perchè questa è una storia particolare, anzi una storia in particolare.
Il narratore sono io, Emanuele Rosso, nato a Udine il 13 gennaio 1982, e per quanto questa affermazione dovrebbe conferire valore di verità al tutto, non dimenticate che sono solo una funzione del testo, reale quanto sono reali queste parole, inventate, anzi combinate insieme, dall'autore materiale del racconto, che poi voi leggete e interpretate secondo la vostra sensibilità.
Il protagonista invece si chiama Gennarino, meglio noto come Gennarino Penna d'oro, meglio noto ancora come il barbone (anche se la barba non ce l'ha) che staziona spesso sotto uno dei portici della via da cui eravamo partiti.

mercoledì 18 aprile 2012

Podcast

QUA potete scaricare la puntata di "Questa è l'acqua" andata in onda il 17 aprile sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana.

Si è parlato di dolore fisico come metafora del dolore emotivo, specie se tutto parte da una fitta alla gengiva, dei pro e contro del decidere di osservare e raccontare, della difficoltà che ci può essere a reggere gli sguardi, del perchè per strada alle volte ci si saluta e alle volte no, delle canzoni che sentiamo fischiettare per strada e che ci viene da proseguire, dell'apparire nelle foto dei turisti, dei momenti in cui sentiamo la città che viviamo come nostra. In più si è letto il racconto E tutto va come deve andare.

Si è ascoltato:

"Electric relaxation" - A Tribe Called Quest
"Someone's second kiss" - RJD2
"Gli anni" - Colapesce
"Funk star" - Subsonica
"Having it all" - Plush
"Madeleine" - Ah, Wildness!

A martedì prossimo!

Enjoy!

martedì 17 aprile 2012

E tutto va come deve andare

Era da troppo tempo che Leo mancava da casa. Ogni volta che si faceva strada nello scompartimento tra pendolari e giovani universitari (ma quanto giovani erano diventati? O era lui che stava invecchiando così in fretta?), armato di zaino, borsa a tracolla e borsone, dopo aver salutato la propria città natale, gli sembrava di stare partendo per l'ennesimo Erasmus. E invece si trattava solo di poche ore di treno. Troppo lavoro e pochi soldi (anzi, troppi lavori che messi insieme non avrebbero raggiunto neppure a stento un salario accettabile) fanno di te un recluso, uno di quei condannati ai lavori forzati con la palla di cemento legata alla caviglia, si ripeteva. Non riusciva ancora a capire perchè si facesse sempre incastrare alla stessa maniera. Era giunta l'ora di riprendere possesso del proprio tempo, che poi comunque nessuno te lo pagherà mai abbastanza. Ma non quella volta lì. Quella volta lì sarebbe rientrato per il classico fine settimana volante, estorto con le unghie e con i denti ai propri datori di lavoro, che non avrebbero mancato di farglielo pesare per i prossimi due mesi almeno.

***

mercoledì 11 aprile 2012

Podcast

QUA potete scaricare la puntata di "Questa è l'acqua" andata in onda il 10 aprile sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana.

Si è parlato di gente che si ferma per strada a guardare lavori in corso, pompieri, incidenti, dell'erotismo insito negli accadimenti straordinari in città, di baristi che si raccontano incuranti degli avventori e di non-luoghi, di morte dei cellulari e del rapporto con sms e numeri in rubrica, di prostitute sotto casa e di rapporti tra papponi e prostitute negli anni Settanta, ma forse ancora adesso. In più si è letto il racconto L'uomo che amava le donne tatuate.

Si è ascoltato:

"Gone 'till November" - Wyclef Jean
"Staring at the sun" - TV on the radio
"It's automatic" - Zoot woman
"Hole in my life" - Police
"Wine and chocolates" - Theophilus Londons
"New Beat" - Toro y Moi

A martedì prossimo!

Enjoy!

domenica 8 aprile 2012

L'uomo che amava le donne tatuate



L'uomo che amava le donne tatuate non era un maniaco, o almeno non si considerava tale.
L'uomo che amava le donne tatuate non le amava da sempre, era più una cosa che gli era cresciuta dentro con gli anni. Anche volendo non avrebbe saputo stabilire una data d'inizio, un evento scatenante.
Forse per questo l'uomo che amava le donne tatuate non si considerava neppure un feticista. I feticisti hanno sempre di mezzo castrazioni, invidie del pene, complessi d'Edipo e d'Elettra, sublimazioni, transfert, Freud, Jung Lacan e compagnia bella. Al massimo un estimatore. All'uomo le donne tatuate piacevano di sicuro molto, ma piacevano e basta. O almeno questo lui avrebbe spiegato se glielo aveste chiesto.

mercoledì 4 aprile 2012

Podcast

QUA potete scaricare la puntata di "Questa è l'acqua" andata in onda il 3 aprile sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana.

Si è parlato di numeri portafortuna e di giocate al lotto, di carrelli della spesa e di abitudini alimentari, di palazzi sventrati come metafora della condizione umana, di cose da detestare come la gente che entra al cinema a spettacolo già iniziato e del parallelo con lo zapping in tv, del lascito della razza umana che in fondo in fondo si riduce a cumuli di mozziconi di sigarette, una volta che la neve si è sciolta. In più si è letto il racconto Fa' la cosa giusta.

Si è ascoltato:

"Computer camp love" - Datarock
"Mi piacerebbe" - Perturbazione
"M.Y.S.E.L.F. (XXXchange Remix)" - Best fwends
"Che lavoro fai (Amari Remix)" - Bugo
"Walking in the clouds" - Basement Jaxx
"La crisi" - Bluvertigo
"Switch" - Amon Tobin

A martedì prossimo!

Enjoy!

martedì 3 aprile 2012

Fa' la cosa giusta

La ragazza sta seduta storta. Che poi a pensarci non ho mai visto nessuno sul bus che si sedesse come vorrebbero designer e progettisti di sedili per mezzi pubblici, anziani a parte. Ma anche loro mica sempre, eh. Storta del tipo che ha trovato il suo equilibrio appoggiando la testa al vetro e lanciando le gambe di fronte a lei, perpendicolare rispetto all'asse fronte/retro del mezzo. Se lo può permettere per tre motivi: i primi due sono autoevidenti, e i jeans sono troppo attillati per occultarli, il terzo è che al momento l'autobus è in parte vuoto, vuoi il caso, vuoi quell'ora senza padroni poco prima di pranzo.
Vuoi il caso (ancora lui), il posto dietro la ragazza è libero. Mi siedo, e lascio vagare lo sguardo di fronte a me. Cerco di fingere che non la sto guardando. La lascio nel campo periferico e mi fermo un attimo a riflettere se sia possibile osservare qualcosa nel proprio campo periferico, a livello anatomico ma pure linguistico. Sento che mi si contorce il nervo ottico. Mi accorgo solo adesso che non sono l'unico ad avere di questi pensieri e visioni (forse solo le visioni): due posti avanti è seduto un giovane che avrà circa la mia età (giovane insomma), che fa finta di starsene bello comodo quando invece ha assunto una postura davvero contorta pur di mettersi nella condizione di guardare l'oggetto del desiderio che ci divide. Da qualche parte un progettista di sedili si contorce nella tomba, o starnutisce, o gli fischiano le orecchie.