lunedì 28 maggio 2012

Le tette di Proust

Neanche il tempo di inserire la scheda e accenderlo. Neanche il tempo e senti già il bip-bip di un messaggio. Sei stato tagliato fuori dal mondo della comunicazione mobile per quarantotto ore, da quando l'acquazzone ti ha sorpreso in bici e niente si è salvato, tantomeno il vecchio cellulare che tra alti e bassi ti accompagnava da ormai cinque anni. Non è neppure un sms, ma un mms! Il tuo primo mms. Questo cellulare li può ricevere, ha pure lo schermo a colori. Non è proprio uno smartphone, ma questo era tutto quello che potevi, viste le tue attuali condizioni finanziarie. È vero, esistono le rate, ma le rate sono per quelli che credono nel futuro. Ti hanno mandato una foto, ma pensa te. Le foto sul telefono, già pensarci dieci anni fa era una roba assurda. Il numero non ti pare di riconoscerlo. Ma poi chi li sa più i numeri? A malapena il proprio. Ah, giusto, perchè hai perso tutti i numeri in rubrica. Oltre ai vecchi messaggi, ma quelli vabbè. Vabbè, vabbè un corno, ma cosa puoi farci? Pietra sopra. Amen. Tabula rasa, una nuova verginità telefonica. Visualizzi la foto. Tette. Sono delle tette.

Delle tette? Tette vere, questo è certo. In calce un messaggio: "Ricordi? :)". Pure la faccina sorridente. Ma ricordi cosa? È uno scherzo? Ritorni sulle tette. Sì è vero, non sono proprio delle tette nude, sono coperte da uno di quei reggiseni mezzi trasparenti, velati, ma sempre tette sono. Un busto nudo. C'era della premeditazione insomma. E non poca. Guardi di nuovo il numero telefonico. Non ti dice proprio nulla. Un busto di donna, il primo piano di un paio di tette, avvolto nell'oscurità. Cosa dovrebbe ricordarti? Ti concentri sulle tette. Che detto così... Ti ci concentri come si concentrerebbe uno storico dell'arte mentre cerca di risalire dai dettagli di un quadro senza datazione ne firma, all'autore o almeno alla scuola di appartenenza. Le ricordi quelle tette? Cavolo non è mica così facile... Se si escludono quelle caratterizzate da tatuaggi, da nei, da capezzoli particolari, da dimensioni evidentemente ragguardevoli, per le altre come si fa? Se ti mettessero davanti agli occhi una serie di foto con le tette di tutte le ragazze che hai frequentato, o di cui hai potuto apprezzare a breve distanza l'anatomia, riusciresti ad assegnare a ogni paio la corretta proprietaria? Non ne sei così sicuro. Di alcune sì, ma non di tutte. Non che siano poi così tante. Ti sembrano familiari, ma magari ti stai autosuggestionando.

Un attimo, non facciamoci prendere dall'entusiasmo. Queste cose nella vita vera non succedono. Non a te almeno. C'è di sicuro di mezzo la brillante mente di uno di quegli stronzi dei tuoi amici. Per fortuna sei a casa, quindi accendi il computer, li raduni in chat e fai notare loro di averti fatto uno scherzo di pessimo gusto, che non si gioca con i sentimenti della gente, che già stai passando un periodo abbastanza duro anche senza queste genialate, che per loro che sono fidanzati e felici è tutto facile, che per te invece che brancoli alla ricerca non dico dell'amore, ma solo di un po' di "stare bene", questo è proprio un colpo basso. Negano tutto, negano forte. Che è anche la prima regola del fedifrago, negare sempre tutto di fronte all'evidenza. Ma ti paiono sinceri. Decidi di credere a quello che ti scrivono. Anzi, ora vorrebbero pure saperne di più, e soprattutto vedere la foto. Per ora no. Una volta che ti capita una fortuna del genere, è solo per te. Senti che te la sei meritata.

Resta che sei alla casella di partenza. Ricordi? Ma che poi, ti ricordi delle tette in se, di un qualcosa del passato connesso alla di loro proprietaria, o di aver fatto richiesta di una foto di tette? È questa la vera discriminante. Ammettiamolo, sei un maschio single due-punto-zero, internet è il tuo territorio di caccia quanto se non di più di un qualsiasi locale, festa od occasione mondana. Anzi, è proprio il rifugio per quelli come te, che a cuccare alle feste son proprio scarsi. Centinaia di conversazioni imbastite online, centinaia di ami lanciati nella speranza di tirar su qualcosa prima o poi, magari anche solo per tastare il terreno in vista di mosse future. Può essere che qualcuna sia stata al gioco, che abbia addirittura rilanciato. È internet, magari è immorale, o anche solo triste, ma sai che bisogna tenere aperti più fronti per evitare di trovarsi con il famoso pugno di mosche in mano. Questo in teoria. In pratica sono solo pugni di mosche. Quindi non sai di preciso chi potrebbe essere. Perchè ti hanno mandato un messaggio sul cellulare, però? Non poteva lei, chiunque sia lei, mandarti la foto via mail, o su uno dei mille social network a cui è iscritta, lei come le altre? Ma poi com'è possibile che avesse il tuo numero? Cacchio, ora che ci pensi, è di dominio pubblico per i tuoi "friends & followers". Ma mai nessuno se ne era approfittato. Fino a ora. Almeno la causa è buona. E se fosse una ex alle prese con un attacco di nostalgia, connesso a un desiderio ormonale incontrollabile? Quelle tue poche ex che potrebbero definirsi tali lo sanno che comunque tu hai sempre preferito i sederi alle tette. È chiaro che farsi un autoscatto al culo è un po' più complesso. Non che ti sia lasciato così male con queste, ma da qui a lanciarsi in un'iniziativa del genere, ti pare improbabile... Rimangono le altre. Quali altre? Quelle con cui avevi giusto dato il via a un aborto di relazione naufragato poi miseramente? Per colpa di chi o di cosa non è mai stato chiaro? A rileggere così il tuo passato sentimentale ti senti quasi un latin lover. Niente di più falso. Le tette come una madeleine proustiana, che è l'unica cosa che sai di Proust, per altro.

In tutto questo non le hai ancora risposto al messaggio, e sai che devi farlo subito. Cosa scrivere? Oddio, e se semplicemente fosse una che ha sbagliato numero? Questo pensiero adesso ti getta in uno sconforto profondo. Dentro di te sai che non può che essere così. Non hai ma avuto una fortuna del genere, meritata o no che sia. E allora rispondi: "Grazie dell'emozione che mi hai regalato, ma credo che tu abbia sbagliato numero". Ormai hai perso ogni speranza. La replica giunge quasi immediata: "Non so se offendermi, o essere felice che tu abbia apprezzato il regalo". Allora ti conosce, e la conosci. Non ne sei ancora del tutto convinto, ma per spedire le proprie tette una deve essere abbastanza certa del destinatario. E sono delle belle tette. Dimensione media, anzi giusta, forma tonda e regolare, areola piccola... Devi capire chi è. Assolutamente. In fretta. Come fare? Stai pensando di passare in rassegna le foto di tutte le ragazze che conosci, spulciando nel tuo hard disk e su internet, quando a un tratto, un'idea. Balzana, forse destinata a fallire miseramente, ma perchè non provare. Scarichi la foto dal telefono al computer, la risoluzione è sufficiente per i tuoi scopi. Apri Photoshop, e inizi a giocare con luminosità, contrasti e colori. Tutto quel nero dietro alle tette e al busto deve nascondere qualcosa, te lo senti. Una libreria. Dietro la sua spalla sinistra appare una libreria. Zoommi, schiarisci, contrasti. Non è che si possono ridurre i pixel come fanno in CSI Las Vegas, è fisicamente impossibile, però ora qualcosa si vede. Intravedi una fila di libri, dimensioni diverse, ma tutti dello stesso autore. L'immagine adesso è molto sgranata, ma qualche lettera si legge. C. E. P. T. Crepet. Paolo Crepet. La ragazza ha in casa, anzi, in camera, anzi proprio nella libreria più personale, tutti i libri di Paolo Crepet. Lo psichiatra, o psicologo, o quel che è, che vive negli studi dei programmi pomeridiani della tv. Perchè? Dici, capiresti anche l'intera bibliografia di Fabio Volo, ti farebbe schifo ma avrebbe un senso, ma Crepet no. Perchè? Una ragazza in quella fascia d'età non può e non deve leggere certi libri. Con tutti i bei libri che sono stati scritti e che andrebbero letti, poi. Perchè?

Che sia un ex-fidanzata, una ragazza conosciuta su internet, o la fugace fiamma di una notte soltanto, ora non importa più. Certe cose hanno l'effetto di annichilire ogni tuo entusiasmo. Di ricacciare indietro persino la tua morbosa curiosità. Di dispiace da matti rinunciare a quelle tette, e alle promesse che si portano dietro, ma certe cose non le puoi tollerare. Ci sono scale di valori, di priorità, di senso e di gusto che nella vita non vanno mai, mai per nessuna ragione al mondo, sovvertite. Anche in periodi di grande crisi ed emergenza. Cancelli la foto, cancelli il messaggio e non ci pensi più.

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