sabato 7 luglio 2012

Una stagione d'acqua



Eccoci, ci siamo, l'atto conclusivo della prima stagione di "Questa è l'acqua"!

QUA potete leggere e scaricare "Una stagione d'acqua", raccolta ragionata, ordinata, riveduta e corretta di tutti i racconti pubblicati nel corso dei mesi su questo blog.

Leggete e condividete, e poi magari commentate, mi farebbe piacere!

giovedì 5 luglio 2012

Podcast

QUA potete scaricare l'ultma puntata della prima stagione di "Questa è l'acqua" andata in onda il 3 luglio sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana.

Non si è parlato praticamente di nulla, eccezion fatta per il privilegio del poter osservare e per qualche consiglio libresco riguardante i romanzi russi, ma con che stile lo si è fatto! In fondo era tempo di saluti e celebrazioni per l'ultima puntata. Ma si sono comunque letti ben due racconti: Il reato più grave e Il finale è a sorpresa. E soprattutto si è letto un piccolo brano del nostro nume tutelare David Foster Wallace.

Si è ascoltato (playlist tutta italiana):

"Estate" - Amalia Grè
"Rimini" - Fitness Pump
"Due lune gialle" - Emme Stefani
"Vento d'estate" - Max Gazzè & Niccolò Fabi
"L'Y10 Bordeaux" - Daniele Silvestri
"L'ultimo della serata" - Sir J

Enjoy!

lunedì 2 luglio 2012

Il finale è a sorpresa

Giulia si stava annoiando. No, "si stava annoiando" forse non era l'espressione giusta. A vederla lì, seduta sul letto, in maglietta e mutandine, col ventilatore sparato in faccia e col portatile ormai bollente appoggiato sulle lenzuola di fronte a lei, certo avrebbe potuto sembrare in preda all'uggia. Giulia stava immobile, anche il respiro era rallentato nel tentativo di sudare il meno possibile. Per combattere doveva non combattere. Non sempre però riusciva a trattenersi dallo sbuffare. Le gocce di sudore erano il suo nemico numero uno. Piuttosto sembrava ipnotizzata da se stessa. Mentre fuori di lei il caldo parlava, la avvolgeva, riempiva ogni centimetro cubo di spazio, incancrenendosi nelle piccole intercapedini tra la pelle e gli indumenti che aveva indosso, dentro un guazzabuglio di pensieri si agitava in maniera scomposto, e la agitava. Le stava sudando il cervello, ecco cos'era che sudava e non poteva farci nulla, quasi riusciva a percepire le goccioline che scendevano lungo la corteccia cerebrale. La maionese impazzita. Non sapeva neanche cosa fosse davvero, o come potesse impazzire la maionese, ma le pareva che quel modo di dire sentito chissà dove descrivesse perfettamente lo stato delle cose al momento.

La sera prima aveva fatto un danno. O forse no? Non lo sapeva. Era questo il punto. Non lo sapeva. E non c'era modo di saperlo.